Saldi invenali 2024: saranno quasi 16 milioni le famiglie coinvolte nello shopping scontato. Si parte il 3 gennaio in Valle d’Aosta, il 5 in tutto il resto del Paese. Ogni persona spenderà circa 137 euro, per un giro di affari di 4,8 miliardi di euro. Federmoda: “Tiene la voglia di consumo degli italiani”.
Per il presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni, “le stime dell’Ufficio Studi evidenziano una tenuta della propensione al consumo degli italiani, dopo un anno complesso in cui la moda ha contribuito in maniera determinante alla discesa ed al contenimento dell’inflazione”. “Questi saldi – ha osservato Felloni – rappresentano un’eccezionale opportunità per i consumatori che potranno trovare nei negozi di moda un vasto assortimento di prodotti di qualità a prezzi molto convenienti. Il fashion retail si conferma una componente essenziale per il valore e la vitalità di vie, piazze e centri storici e contribuisce alla crescita del Pil e dell’occupazione in Italia”.
Consigli per gli acquisti
I saldi sono vendite di fine stagione e riguardano tutti i prodotti che, come recita l’art. 15 del D. Lgs. 114/98 (Decreto Bersani), se non venduti entro un certo periodo di tempo sono suscettibili di notevole deprezzamento.
Nei saldi, quindi, è interessata la merce rimasta alla fine della stagione autunno/inverno o primavera/estate. Le promozioni, invece, riguardano alcuni articoli ai quali vengono applicati ribassi di prezzo (generalmente con percentuali di sconto più basse di quelle applicate durante i saldi) per agevolare le vendite di un certo prodotto o, in generale, nel negozio.
Ma perché le vendite di fine stagione si chiamano saldi? Questa parola è entrata ormai nel gergo comune con una qualifica ben precisa, ma in realtà è strettamente connessa ad un lessico commerciale. Il termine “saldi” indica, infatti, la differenza tra le entrate e le uscite, nonché un “saldo” positivo o negativo; motivo per cui i saldi sono la merce che non è stata venduta in un negozio a fine stagione e la vendita stessa dell’invenduto.
I saldi, o vendite di fine stagione, rientrano nelle cosiddette Vendite Straordinarie. Ma cosa si intende con questa definizione?
Nella “Riforma della disciplina relativa al settore commercio” (Art. 15 del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 114) viene data la definizione di vendite straordinarie nel modo seguente: le vendite di liquidazione, le vendite di fine stagione e le vendite promozionali nelle quali l’esercente dettagliante offre condizioni favorevoli, reali ed effettive, di acquisto dei propri prodotti.
I saldi, dunque, non sono l’unico tipo di vendita straordinaria possibile: accanto alle vendite di fine stagione sono anche disciplinate le vendite di liquidazione e le vendite promozionali.
Come premesso, nella definizione di vendita straordinaria sono incluse tre tipologie di vendita:
Le vendite di liquidazione, affinché possano essere svolte correttamente, devono prima essere comunicate al Comune di competenza, che verificherà se sussistono le sopra citate condizioni.
Per un corretto acquisto degli articoli in saldo, è obbligatorio per gli esercenti esporre chiaramente il prezzo originale e quello scontato della merce, con la relativa percentuale di sconto applicata; non è invece obbligatorio il cambio dopo l’acquisto. Questo è generalmente lasciato alla discrezionalità del commerciante, a meno che il prodotto non abbia gravi vizi occulti, nel qual caso scatta l’obbligo della sostituzione o della restituzione del prezzo.
Il pagamento con carta deve essere accettato dal negoziante.
Una delle aree di sviluppo nell’ambito delle tecnologie degli ultimi anni sono senz’altro i sistemi di pagamento digitali. Il generale processo di digitalizzazione a cui tende il Paese necessita di un adeguamento anche nelle dinamiche del commercio.
Le diverse normative regionali che definiscono nel dettaglio lo svolgimento dei saldi, contengono anche le relative sanzioni applicabili qualora non venissero rispettate le norme dettate.
Le violazioni delle norme nazionali in materia di saldi sono punite ai sensi della Legge 114/1998, Art. 22, commi 3, 6 e 7. Le sanzioni possono andare da 516 a 3.098 euro (1.032 euro se il pagamento è immediato) e variano da regione a regione.
Ad ogni modo le violazioni indicate dalla legge sono:
Il periodo in cui si effettuano i saldi, sia estivi che invernali, resta invariabile. I saldi estivi iniziano intorno ai primi di luglio, mentre quelli invernali agli inizi del mese di gennaio. A cambiare, ogni anno, è invece la data di inizio, che varia da regione a regione, in quanto il giorno viene stabilito da Regioni e Comuni sulla base della Riforma del commercio (Art. 15 comma 3 D. Lgs. Bersani n. 114 e ss.). È questo il motivo per cui ogni Regione avrà, ogni anno, un calendario con qualche lieve differenza.
La fine dei saldi, proprio come per l’inizio, non ha una data precisa perché è diversa per ogni Regione. Il periodo dei saldi, però, ha generalmente una durata di 60 giorni (con qualche eccezione da regione a regione: in alcune regioni durano 30 giorni, in altre 45 e in altre ancora 6 settimane). Di conseguenza i saldi invernali potranno durare più o meno fino ai primi di marzo e quelli estivi fino al termine del mese di settembre.
La normativa di riferimento per la Regione Emilia Romagna è la Legge Regionale 5 luglio 1999, n. 14 e Delibera di Giunta regionale n. 1804 del 9 novembre 2016, che disciplina le vendite promozionali e stabilisce le date di inizio delle vendite di fine stagione.
Ultima normativa: D.G.R. n. 1785 del 30 novembre 2020
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